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L’antica Elea-Velia, oltre ad essere terra di pensatori (Parmenide, Zenone e la scuola eleatica di filosofia) era, evidentemente, anche fucina di architetti con un’inventiva straordinaria. Nell’antica polis, infatti, le arterie stradali che congiungevano il quartiere meridionale a quello settentrionale erano costruite con blocchetti parallelepipedi di flysch del Cilento, un tipo di roccia predominante nell’area, ricco di colori e stratificazioni, che si ritrova in corrispondenza del bacino idrogeografico dell’Alento. Questi blocchetti venivano messi in opera di taglio (pare per garantire una maggiore presa del piede sulla salita) e di dimensioni eterogenee e tessitura irregolare. La loro caratteristica, da cui scaturiva l’illuminazione naturale notturna, era data dalle striature bianche del flysch che brillavano con la luce della luna. In pratica, nelle notti stellate o di luna piena, sembrava di camminare su strade che si illuminavano sotto i piedi.